Tutte

Codice Unico degli Incentivi: svolta per le imprese, più trasparenza e accesso!


Pubblicato il 22.10.2024

Il Consiglio dei Ministri ha compiuto un passo storico approvando il "Codice degli Incentivi", una riforma che rivoluziona il sistema delle agevolazioni alle imprese italiane. Su proposta del Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, il nuovo codice semplifica e armonizza le norme, superando la frammentazione delle attuali procedure. Il “Registro nazionale degli aiuti di Stato” e la piattaforma telematica Incentivi.gov.it, entrambe sotto la responsabilità del Mimit, saranno potenziati per offrire nuovi servizi che facilitino l’accesso e l’applicazione degli incentivi, in questo modo l’Italia si dota di un sistema moderno e trasparente che garantisce una gestione più efficiente e coordinata degli incentivi a livello centrale e locale.

Questa riforma non è solo una semplificazione burocratica, ma un vero e proprio cambiamento strutturale che innalza la competitività del Paese, rendendo l'accesso agli incentivi più rapido e chiaro per le imprese. Il Codice introduce un "bando-tipo", con l'obiettivo di uniformare le procedure di richiesta degli incentivi, facilitando la partecipazione delle imprese e garantendo maggiore trasparenza.

Inoltre, è stato istituito il "Tavolo permanente degli incentivi", un luogo di confronto tra le amministrazioni statali, regionali e locali per coordinare le politiche di incentivazione. Questa sinergia è particolarmente rilevante in un contesto di sfide globali sempre più complesse, dove le imprese italiane hanno bisogno di sostegni mirati e coerenti.

Infine, la riforma introduce un rigoroso sistema di valutazione dei risultati e meccanismi di esclusione per garantire che solo le imprese conformi alle normative, ad esempio in materia di antimafia e contributi previdenziali, possano accedere alle agevolazioni. Il "Codice degli Incentivi" non solo modernizza l’Italia, ma diventa un modello di riferimento per l'Europa, essendo considerato una "best practice" dalla Commissione Europea.


Whatsapp